Altri Studi

Salute e ipossia - altri studi

Qui puoi trovare informazioni scientifiche, studi e ricerche pubblicate sulle principali riviste scientifiche riguardo l’importanza dell’ossigeno e della prevenzione dell’ipossia. 

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studi acqua KaqunIpossia: con poco ossigeno il cervello è meno vigile e attento

Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare

La riduzione anche minima dell’apporto di ossigeno al cervello, la cosiddetta ipossia, compromette risposte comportamentali e livelli di allerta. È quanto emerge da uno studio condotto da Alberto Zani dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) di Segrate (Milano): “L’ipossia caratterizza diversi disturbi clinici, quali asma o lesioni cerebrali, ma anche individui sani che soggiornano ad alte quote montane”, spiega Zani. “Mentre sappiamo che l’ipossia, specie se grave, può avere effetti sulla memoria o sulla capacità di calcolo, lo studio sui sistemi di vigilanza è del tutto inedito”. 

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Bassi livelli di ossigeno nel cancro: le cellule T diventano meno efficaci

Università di Pittsburgh -Upmc Hillman Cancer Center

I ricercatori indicano che la scoperta apre le porte a nuove cure nel campo dell’immunoterapia: ad esempio, trattamenti che riportino l’ossigeno a livelli adeguati nei tessuti malati. 
“Grazie a questo studio abbiamo capito che, quando le cellule T stanche passano dalla parte dei tumori, non solo smettono di combattere, ma modificano l’ambiente circostante per spegnere anche le altre cellule nelle vicinanze”, spiega Greg Delgoffe di Università di Pittsburgh e Upmc Hillman Cancer Center, co-autore dello studio guidato da Paolo Vignali. “In altre parole, le cellule T esauste non solo non funzionano per noi, ma lavorano attivamente contro di noi”.

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Su Kaqun: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24918177/

Gli effetti dell’acqua arricchita con ossigeno stabile come terapia coadiuvante nei pazienti con diabete di Tipo 2 

Changi General Hospital, Singapore

Il diabete mellito è associato ad una carente ossigenazione dei tessuti (ipossia tissutale). A sua volta, l’ipossia viene associata ad una disfunzione mitocondriale che aumenta lo stress ossidativo e l’iperglicemia. Nel caso di pazienti diabetici, la terapia di ossigenazione in camera iperbarica ha dimostrato di migliorare la sensibilità all’insulina nel paziente. Tuttavia, si tratta di una terapia alla quale il paziente non può, per diversi motivi, essere sottoposto in modo regolare. Il presente studio ha quindi valutato gli effetti dell’acqua ad alto contenuto di ossigeno in forma stabile (Kaqun – ELO) sulla funzione mitocondriale in presenza di ambienti normali o ad alto contenuto di glucosio, nonché come come terapia ipoglicemizzante per l’uomo. 
Dallo studio è emerso che acqua Kaqun, aumentando il livello di ossigeno nel sangue arterioso, contrasta la riduzione della massa mitocondriale indotta dalla iperglicemia e la disfunzione mitocondriale. Acqua Kaqun risulta quindi essere una efficace terapia adiuvante contro il diabete di tipo 2.

 *Lo studio parla nello specifico di “ELO”, brand col quale Kaqun viene commercializzata in Asia. Kaqun Water e ELO Water sono lo stesso prodotto.

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Metabolismo delle cellule tumorali modificate dall’ipossia


L’ossigeno è fondamentale per la sopravvivenza di tutti organismi complessi. Anomali livelli di ossigeno all’interno di un sistema –  ipossia (bassi livelli di ossigeno) e iperossia (livelli eccessivi di ossigeno), – sono potenzialmente in grado di promuovere lo stress all’interno dell’ambiente stesso.  
Le conseguenze dell’ipossia tissutale, a loro  volta conseguente da un apporto di ossigeno difettoso, variano in risposta alla gravità, all’entità e all’ambiente del malfunzionamento.

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Pazienti affetti da diabete di Tipo 1 con bassi livelli di ossigeno  

BMJ Open Diabetes Research & Care 

Esistono diverse possibili spiegazioni per cui la saturazione di ossigeno nel sangue risulta inferiore nei pazienti con diabete di Tipo 1 (T1D).
1) L’apporto di ossigeno potrebbe essere alterato da una ridotta efficienza respiratoria dovuta a disfunzione autonomica generalizzata come osservato nel gruppo T1D nello studio con una bassa sensibilità baroriflessa. 2) Il trasporto di ossigeno dai polmoni al sangue potrebbe essere compromesso: i pazienti con diabete hanno una ridotta capacità di diffusione polmonare, e questo è associato a una lunga durata del diabete. Tale ridotta capacità di diffusione polmonare nel diabete potrebbe essere causata da un danno microvascolare polmonare. Inoltre, si suggerisce che la glicosilazione della membrana basale comprometta la diffusione dell’ossigeno polmonare, e questo potrebbe anche svolgere un ruolo nel T1D. 3) Il trasporto di ossigeno dal sangue al tessuto periferico potrebbe essere alterato da adattamenti cardiovascolari nel diabete di tipo 1 come l’aterosclerosi o una microcircolazione compromessa.

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Gli effetti dell’ipossia sull’efficacia di chemio e radioterapia

BMC Cancer

L’ipossia a livello del tessuto tumorale non solo porta ad una maggiore aggressività del tumore, ma causa anche una bassa risposta alla chemio e radioterapia. In particolare, l’efficacia dei farmaci antitumorali è risultata essere ostacolata sia dai bassi livelli di ossigeno che dalle condizioni di acidosi del tessuto corporeo dovute alla glicolisi anaerobica, condiszione anch’essa legata alla carenza di ossigeno.

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Valori di misurazione transcutanea dell’ossigeno nei pazienti diabetici rispetto ai pazienti non diabetici

Journal of Vascular Surgery

Lo studio ha valutato i valori della misurazione della tensione transcutanea dell’ossigeno (TcPo(2)) nei pazienti diabetici rispetto ai pazienti non diabetici e ne ha valutato la riproducibilità. In particolare, in 60 pazienti diabetici (diabete mellito di tipo 1 e tipo 2) senza segni di arteriopatia periferica o neuropatia è stata misurata la TcPo2 al torace e al piede e confrontato queste misurazioni con 60 pazienti non diabetici della stessa età e sesso in modo trasversale . È stata inoltre valutata la riproducibilità di TcPo2 in termini di variabilità interosservatore.

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L’ipossia e le modificazioni epigenetiche

European Commission – CORDIS
 

I ricercatori europei hanno individuato un’associazione causativa tra i bassi livelli di ossigeno nel cancro e le modificazioni epigenetiche. Questi risultati indicano che il ripristino dei livelli di ossigeno potrebbe risultare efficace come strategia antitumorale. L’obiettivo principale del progetto CHAMELEO (Cellular hypoxia alters DNA methylation through loss of epigenome oxidation), finanziato dall’UE, era lo studio dell’influenza dell’ipossia sull’epigenoma e la conseguente risposta fenotipica nel cancro.

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 Emicrania indotta da ipossia: spettroscopia MRI e studio angiografico

University of Copenhagen

L’emicrania con aura, cioè una particolare forma di emicrania nella quale il dolore è preceduto da una serie di sintomi caratteristici, è prevalente nelle popolazioni che vivono ad alta quota. Ciò suggerisce una possibile associazione tra aura emicranica e ipossia. Lo studio, pubblicato su PudMed, ha indagato la correlazione tra ipossia e attacchi di emicrania concentrandosi anche sulla risposta metabolica e vascolare all’ipossia. 

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Fibromialgia, scoperta in Israele una nuova cura mediante trattamento in Camera Iperbarica.  

Rice University – Tel-Aviv

“I sintomi di circa il 70% delle donne che hanno preso parte alla sperimentazione, hanno a che fare con l’interpretazione del dolore nel cervello”, ha spiegato Eshel Ben-Jacob, autore principale dello studio e professore di bioscienze alla Rice University. ” Queste pazienti hanno mostrato i maggiori miglioramenti con il trattamento all’ossigeno iperbarico. Abbiamo trovato significativi cambiamenti nella loro attività cerebrale. Una varietà di trattamenti farmacologici e cambiamenti dello stile di vita sono stati utilizzati per alleviare le sofferenze di chi soffre della condizione, ma con scarso successo”.

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Princess Margaret Hospital di Toronto: nel trattamento del tumore alla prostata, l’ipossia influisce negativamente sui risultati della radio, rendendo la ricaduta più probabile

Princess Margaret Hospital

La ridotta disponibilità di ossigeno nelle cellule tumorali del carcinoma prostatico influisce negativamente sui risultati della radioterapia, rendendo più probabili i fenomeni di ricaduta. A confermarlo è lo studio clinico condotto da Michael Milosevic del Princess Margaret Hospital di Toronto in collaborazione con il Dipartimento di radio-oncologia della Toronto University e pubblicato su Clinical Cancer Research. Prendendo in esame 247 pazienti colpiti da adenocarcinoma prostatico durante un follow-up di circa sei anni e mezzo, i ricercatori hanno evidenziato la stretta connessione tra ipossia e ricomparsa del tumore dopo la radioterapia. Da qui l’ipotesi di associare alla radioterapia un trattamento mirato verso l’ipossia.

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La Northeastern University di Boston ha scoperto che inalazioni di ossigeno supplementare possono risvegliare le cellule anti tumorali

News@Northeastern 

Secondo un recente studio svolto dai ricercatori della Northeastern University l’inalazione di ossigeno supplementare, con una densità dal 40 al 60 percento, nettamente più alta della percentuale di ossigeno nell’aria – al 21 % – può attivare immunosoppressori e cellule anti tumorali. Questo nuovo tipo di approccio potrebbe significativamente aumentare la sopravvivenza di pazienti affetti da cancro.

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Effects of Prolonged Exposure to Hypobaric Hypoxia on Oxidative Stress, Inflammation and Gluco-Insular Regulation

Plos One

Attraverso lo studio condotto sui partecipanti ad una spedizione sull’Everest, Mike Grocott, ricercatore dell’Università di Southampton, ha osservato che durante l’abbassamento della saturazione di ossigeno, dal 98% all’82%, i livelli di insulina nelle ultime 2 settimane dello studio aumentavano del 200%. Allo stesso tempo, l’aumento di insulina a digiuno era accompagnata da elevati livelli di 4-HNE e di IL-6, indicando una condizione di forte stress ossidativo e una risposta infiammatoria in corso.

PDF Studio

Cancro, è tutta carenza di ossigeno

La The Journal of Clinical Investigation

Il meccanismo che genera la metastasi del cancro è favorito dalla mancanza di ossigeno e da oggi è più vicina una terapia per inibire questo processo mortale. Quando manca ossigeno, la cellula del cancro se ne va in giro a cercare aria seminando nel corpo umano le metastasi.  Questo meccanismo è stato svelato da uno studio fatto all’ Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino) e pubblicato sul The Journal of Clinical Investigation

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