Apnea ostruttiva del sonno

Apnea istruttiva del sonno
Apnea ostruttiva del sonno

Apnea ostruttiva del sonno: cos’è e cosa comporta
L’apnea ostruttiva nel sonno (OSA) si verifica quando i muscoli della gola si rilassano in modo intermittente e bloccano le vie respiratorie durante il sonno. Ciò fa si che la respirazione s’interrompa e riprenda ripetutamente durante il sonno, portando a una mancanza intermittente di ossigeno al cervello.

Sintomi e cause
Il primo e forse più evidente sintomo che potrebbe suggerire l’insorgenza di apnee ostruttive è il russare molto evidente fin dalle prime fasi di sonno (cioè quando il soggetto smette di respirare per qualche secondo, per poi riprendere a respirare improvvisamente). Altri sintomi possono inoltre essere rintracciati in un’eccessiva sonnolenza diurna, nella difficoltà a concentrarsi, nei colpi di sonno, nella cefalea (mal di testa) al risveglio, nei risvegli improvvisi con sensazione di soffocamento e nell’impotenza.
Ugualmente, le condizioni che possono favorire l’insorgenza dell’apnea ostruttiva del sonno possono essere di diversi tipi. Tra le principali vi sono l’obesità, l’ostruzione delle vie aeree superiori (naso, bocca, gola), l’assunzione e l’abuso di farmaci o bevande alcoliche.

Apnea ostruttiva del sonno e diabete
Secondo uno studio condotto su 11.000 pazienti e pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, una grave apnea ostruttiva può aumentare il rischio di sviluppare il diabete del 30% o più.
È stato riscontrato che l’ipossia intermittente nelle persone con apnea ostruttiva nel sonno aumenta la resistenza all’insulina e i rischi di sviluppare il diabete. Evidenzianto il legame tra diabete e ipossia attraverso un’ampia sperimentazione sul lungo periodo di follow-up, i medici possono essere in grado di intervenire e adottare misure di prevenzione del diabete per i pazienti con OSA che ancora non hanno sviluppato la malattia. 

L’ipossia risulta pertanto strettamente associata ai processi patologici del diabete, in quanto compromette il modo in cui le cellule stesse interagiscono con l’insulina. Ciò porta alla insulino-resistenza, uno stato cioè in cui l’insulina diventa sempre meno efficace nel ridurre la glicemia e tutto ciò conduce allo sviluppo del diabete di Tipo 2. 

> Approfondisci – ipossia e diabete

Aumentare l’ossigeno nelle cellule

Aumentare l’ossigeno nelle cellule

Perché aumentare l’ossigeno nelle cellule

L’ossigeno è un elemento fondamentale alla vita di qualsiasi organismo animale.
Senza sufficiente ossigeno, le cellule hanno a disposizione molta meno energia e svolgono le loro funzioni in modo meno efficiente. Considerando che l’energia è necessaria per mantenere sane le cellule e permettere loro di svolgere tutte le funzioni, la mancanza di sufficiente ossigeno si dimostra un serio problema: le cellule “affamate di ossigeno” possono anche iniziare a non funzionare bene e a morire prematuramente, causando fenomeni degenerativi nei tessuti.

Degenerazione cellulare
La degenerazione delle cellule accelera il processo di invecchiamento e facilita l’insorgenza di patologie  come la demenza, la retinopatia degenerativa, la diminuzione della capacità polmonare, l’ostruzione delle  arterie, rendendo più difficoltoso l’apporto di ossigeno alle cellule. In questo modo, si innesca un circolo vizioso di invecchiamento e degenerazione. Pertanto, apportare una sufficiente quantità di ossigeno e – qualora concorrano cause esterne come l’inquinamento atmosferico, la vita sedentaria o altre patologie –  aumentare l’ossigeno nelle cellule si dimostra di fondamentale importanza per mantenersi in salute.

Come fa la cellula a produrre energia dall’ossigeno?
All’interno di ogni cellula ci sono migliaia di piccole “centrali elettriche” chiamate mitocondri che generano energia sotto forma di ATP. Affinché queste centrali possano generare le molecole di ATP attraverso il processo della fosforilazione ossidativa (OXPHOS), è necessario un generoso apporto di ossigeno.

Come fa Kaqun ad aumentare la quantità di ossigeno nelle cellule e nei tessuti?

> Scopri come funziona la tecnologia Kaqun

Aumentare la quantità di ossigeno nelle cellule per efficientare il processo di produzione dell’energia (ATP)
Se c’è abbastanza ossigeno a disposizione, il mitocondrio, attraverso la fosforilazione ossidativa, produce 36 molecole di  ATP ogni molecola di glucosio. Quando l’ossigeno non basta più, si innesca il metabolismo anaerobico di tipo fermentativo: le molecole di ATP prodotte sono solo 2 e si forma acido lattico con conseguente acidosi metabolica e dolore muscolare.
Gli atleti e gli sportivi in generale hanno familiarità con questo meccanismo, che di fatto determina il modo in cui ci si allena e si “recupera” dall’esercizio fisico. Più ATP il mitocondrio riesce a generare e più energia i muscoli avranno a disposizione: ciò si traduce in maggiore velocità e forza di contrazione muscolare e maggiore e prolungata resistenza allo sforzo.
Con più ossigeno, si genera 16 volte più energia attraverso un processo (l’OXPHOS) che non produce acido lattico. In altre parole, si ha a disposizione più energia per potenziare l’esercizio e migliore la fase di recupero post allenamento con meno indolenzimento muscolare.

> SportAumentare l’ossigeno nelle cellule in – Sport

Mascherina obbligatoria e ipossia: quali sono i rischi?​

mascherina
mascherina

Se respiriamo all’interno della mascherina inevitabilmente respiriamo anche la nostra anidride carbonica.
È un dato inconfutabile: prova ne è che quando ci troviamo di fronte a persone che vanno in iperventilazione uno dei primi interventi è far respirare il soggetto dentro un sacchetto di carta in modo da controbilanciare l’eccessiva perdita di anidride carbonica provocata dal respiro troppo profondo frequente e affannoso.

Tra i sintomi legati alla ipercapnia, cioè l’eccesso di CO2 nel sangue oltre i 45 mmHg, troviamo:

  • dispnea
  • tachipnea
  • tachicardia
  • extrasistoli
  • ipertensione
  • sudorazione
  • spasmi
  • stato confusionale
  • acidosi metabolica

Ma se siamo obbligati ad indossare la mascherina, come si fanno a contrastare gli effetti collaterali di un eccesso di anidride carbonica e una diminuzione dell’ossigenazione?

Il nostro organismo è in grado di assorbire l’ossigeno contenuto nell’acqua, ormai è dimostrato: se beviamo un’acqua ad alto contenuto di ossigeno questo può passare dall’intestino al liquido interstiziale e alle cellule. Consente:

  • Il ripristino dell’equilibrio tra O2 e CO2
  • Di contrastare l’acidosi metabolica con un’azione alcalinizzante
  • Di ripristinare la produzione di ATP

É un gesto semplice ma di grande impatto sulla nostra salute, le nostre cellule sono in grado di respirare come fanno i pesci! 

Un bicchiere di acqua Kaqun innalza il livello di ossigenazione in tutti i tessuti del 20-25% per oltre 1 ora.

Ossigeno, il principale nutrimento del corpo umano

ossigeno

Dott. Pierluigi Rossi

ossigenoL’ossigeno è il principale nutriente del corpo umano.
L’ossigeno non è sulla tavola, è nell’aria. 
Il movimento aerobico ha lo scopo di introdurre maggiori volumi di ossigeno. 
L’organo che richiede più ossigeno è il cervello.

Domanda di ossigeno giornaliero 
Per conoscere la domanda personale di ossigeno a riposo si può eseguire questo calcolo: 3.5 ml x peso corporeo espresso in Kg x 1 minuto = millilitri di ossigeno richiesto in un minuto, si moltiplica x 60 minuti = ml ossigeno in una ora, il valore ottenuto si moltiplica x 24 ore = ml ossigeno richiesto in 24 ore, questo volume espresso in ml va diviso x 1000 per ottenere il volume espresso in LITRI! 
In media deve risultare un volume superiore a 300-350 litri / 24 ore. Se fate questo calcolo potete valutare come l’ossigeno sia il principale nutriente di tutte le nostre cellule! 
Io peso 72 Kg, devo introdurre in condizioni di riposo 363 litri in un giorno! Se non introduco questo volume cado in ipossia. Da evitare.
Fare movimento aerobico significa introdurre un maggior volume di ossigeno. Così si riesce a “bruciare” più acidi grassi. Si fa movimento aerobico quando si porta il battito cardiaco sopra a 100 battiti al minuto.

La dieta dell’ossigeno 
È un titolo provocatorio per evidenziare il ruolo vitale dell’ossigeno che è il principale nutriente del corpo umano. Il 40% delle persone non sa respirare, con riduzione dell’ossigeno nel loro sangue! Con carenza di ossigeno siamo stanchi, privi di energia, di memoria, e si invecchia e degenera prima! 
C’è di più!
La carenza di ossigeno nelle cellule e negli organi è definita ipossia. Con ipossia si ha un cambio di metabolismo cellulare. Non sono utilizzati più gli acidi grassi saturi per ottenere energia (ATP). Le cellule in carenza di ossigeno utilizzano il glucosio con formazione di acido lattico che porta all’acidificazione degli organi (effetto Warbung). 
Chi vuole verificare se si trova in condizione di carenza di ossigeno negli organi, a livello cellulare può eseguire la ricerca di un enzima nel sangue: la latticodeidrogenasi (LDH). 
Se il suo valore è elevato occorre fare uno scatto deciso. Valori elevati di LDH possono esprimere condizioni molto serie! 
Le cellule neoplastiche “mangiano” glucosio e non gli acidi grassi producendo acidosi tessutale, condizione che aggrava ancor più l’entrata dell’ossigeno dentro le cellule. 
La carenza dell’ossigeno causa la formazione di radicali liberi dell’ossigeno, composti tossici e aggressivi.

L’ossigeno e la candela spenta 
Con la carenza di ossigeno si ha debolezza, astenia, rapida stanchezza, sensazione continua di freddo. Una respirazione alterata può essere aggravata da anemia, da diabete mellito tipo 2, da obesità con accumulo di grasso addominale! 
Chi russa nel sonno è più esposto a carenza di ossigeno. Esistono piccoli strumenti, pulsiossimetri, in grado di dire se abbiamo o non abbiamo giusti volumi di ossigeno nel sangue. Chi fuma, chi ha patologie respiratorie rischia carenza di ossigeno. 
L’ossigeno viene respirato con circa 20000 atti respiratori giornalieri! Assunto dai globuli rossi viene trasferito dal sangue a tutte le nostre cellule. Il corpo umano ottiene la sua energia attraverso l’incontro tra ossigeno ed idrogeno nei mitocondri cellulari! L’idrogeno viene dato dagli acidi grassi saturi e l’ossigeno dai globuli rossi! 
Per ossidare un solo grammo di grasso occorrono ben due litri di ossigeno! Con carenza di ossigeno si ha difficoltà a ridurre eccesso di massa adiposa corporea!  Non si dimagrisce! 
Succede come a una candela sotto una campana di vetro, si spegne finito l’ossigeno.

Ossigeno, acqua, cellula umana e i pesci
L’ossigeno uscito dal sangue può arrivare alle cellule dei nostri organi umani passando in soluzione nell’acqua contenuta nella matrice extra cellulare. 
Cioè le nostre cellule respirano ossigeno come fanno i pesci, che assumono ossigeno in soluzione in acqua. Se il tessuto connettivo e la matrice extra cellulare sono destrutturate per eccesso di glucosio (valori elevati di glicemia post prandiale) e ioni idrogeno (pH acido non alcalino), l’ossigeno uscito dal sangue arterioso non può essere utilizzato appieno dalle cellule che cadono in ipossia, generando infiammazione nel tessuto e nell’organo corporeo.
Evidenzio che l’ossigeno può essere assunto anche con l’acqua come bevanda. Nelle acque minerali in bottiglia c’è carenza di ossigeno rispetto all’acqua dell’acquedotto. 
Occorre quindi lasciare libera dal tappo la bottiglia oppure porre acqua in una brocca o altro recipiente a contatto diretto con l’aria al fine di far entrare l’ossigeno contenuto nell’aria ambientale in soluzione in acqua. 
L’assunzione di ossigeno con l’acqua è utile per l’igiene e il benessere intestinale. Sono contrario alla diffusione di cabine per inserire anidride carbonica (le bollicine!!) disponibili per le persone, come sta succedendo in molti Comuni italiani. 
Occorre inserire ossigeno nell’acqua e non certo anidride carbonica!

Ginnastica respiratoria. 
Consiglio di eseguire nella giornata questi esercizi respiratori: 
1- profonda inspirazione 
2 – trattenere il respiro per alcuni secondi
3 – profonda espirazione! Dopo alcuni esercizi si hanno vertigini. 

Segno che un maggiore volume di ossigeno è arrivato al cervello, come è arrivato al cervello, è arrivato anche a tutte le cellule dell’organismo!

Evidenzio che esistono piante ed erbe, spezie in grado di agevolare il trasferimento dell’ossigeno dall’aria nel sangue attraverso il polmone e dal sangue alle cellule. 

Per respirare meglio pensiamo anche ai nostri giardini e parchi: Pino marittimo, Pino silvestre, Abete balsamico, Cipresso, Rosmarino, Eucalipto, Ginepro, Lentisco, Iperico, Mirto, Origano, Cumino, Timo, contengono PINENI – TERPENI che favoriscono carico e scarico ossigeno dai polmoni al sangue e alle cellule.
Gli antichi e i nostri nonni lo avevano già capito!

Buona giornata in salute.

Approfondisci < Acqua ad elevato contenuto di ossigeno stabile biodisponibile

Sull’autore: 
Laureato in Medicina Chirurgia è Specialista in Scienza della Alimentazione, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva.
È stato Primario presso la ASL di Arezzo, Servizio Sanitario della Toscana, per 22 anni, Direttore della U.O. Direzione Sanitaria della stessa ASL, dove ha creato e diretto Ambulatorio di Nutrizione Clinica.
È stato Docente dal 1995 al 2009 di Scienza della Alimentazione presso la Università degli Studi di Siena.
Docente (a.c.) presso la Università degli Studi di Bologna.
È autore di un considerevole numero di ricerche scientifiche pubblicate in riviste italiane ed internazionali. Autore di libri. Ha fondato la Scuola di Alimentazione Consapevole, dirige e insegna in Master e Corsi di Nutrizione Clinica a medici, biologi, farmacisti e personale sanitario in molte città italiane e all’estero.
Ha elaborato il Metodo Molecolare (Dieta Molecolare) che supera il calcolo giornaliero delle Calorie, considerato un artefatto scientifico perché il corpo umano utilizza per il suo lavoro metabolico solo energia chimica (ATP) e non certo il calore.
Sta svolgendo attualmente ricerca sulla nutrigenomica ed epigenetica.
In particolare è uno dei principali ricercatori sui PEROSSISOMI, organi cellulari deputati alla gestione dell’ossigeno e di numerosi funzioni biochimiche centrali sul metabolismo cellulare.

Sito internet: www.pierluigirossi.it

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I guai dell’ipossia

scarsa ossigenazione

Dott.ssa Michela Marinato
Articolo pubblicato su: L’Accademia del Fitness, Aprile 2018, N.29

Per ipossia si intende una condizione di carenza di ossigeno o di scarsa ossigenazione a livello dell’intero organismo o di un determinato distretto. Si parla di ipossia quando la PaO2 nel sangue arterioso è < 60 mm Hg.

Una scarsa ossigenazione a livello cellulare comporta una serie di alterazioni citologiche:

  1. Blocco della fosforilazione ossidativa
  2. Diminuzione della sintesi di  ATP
  3. Maggiore produzione di acido lattico
  4. Minore PH intra cellulare => rilascio di enzimi lisosomiali
  5. Deficit della pompa Na – K
  6. Perdita del gradiente di membrana
  7. Perdita della permeabilità di membrana
  8. Danno mitocondriale

Tutto ciò conduce a morte cellulare, dando l’avvio ad una serie infinita di patologie.

Sono molte le ragioni che possono portare ad una scarsa ossigenazione e non staremo ad elencarle in questa sede. Vediamo invece a cosa conduce uno stato di ipossia cronica, a partire dei disturbi più banali e sfumati fino a giungere alle patologie più gravi.

  • Debolezza generalizzata, stordimento, vertigini
  • Depressione, disturbi del sonno perdita di concentrazione e memoria, irritabilità
  • Mal di testa, dolori muscolari, disfunzioni sessuali
  • Disturbi circolatori, digestivi, metabolici (aumento di peso)
  • Abbassamento delle difese immunitarie, aumento delle infezioni
  • Patologie degenerative, cancro.

Utilizzato per produrre energia in tutti tessuti del corpo, la quantità di ossigeno consumata da un adulto è di circa 250 ml al minuto. Durante l’esercizio fisico o in situazioni altamente stressanti il consumo di ossigeno aumenta tuttavia in modo significativo.

La respirazione rappresenta indiscutibilmente l’atto più importante per la vita e quindi, respirare correttamente è la cosa più importante che si possa fare per migliorare la propria salute: respirare correttamente permette di vivere più a lungo e più sani, aiuta mente e corpo a  funzionare meglio, può abbassare la pressione arteriosa, favorire la calma e controllare lo stress. Lo ricorda il Dr Frederick Muench, direttore presso la Digital Health Interventions al North Shore Jewish Health System di Long Island, affermando che: “quando si scende sotto i 10 atti respiratori al minuto inizia ad attivarsi il sistema nervoso parasimpatico che aiuta l’organismo a riprendersi dopo un evento traumatico. Inoltre, cosa molto importante, la respirazione corretta tende ad incrementare la HRV (variabilità della frequenza cardiaca)”.

La respirazione, tuttavia, non è tutto: anche l’acqua ha infatti un enorme peso nel controllo dell’ipossia, dimostrandosi fondamentale per il trasporto di ossigeno alle cellule e per il trasporto delle sostanze tossiche al di fuori di esse e del corpo.

Poichè una scarsa ossigenazione e un accumulo di tossine rendono il corpo più vulnerabile ad infezioni e infiammazioni, è facilmente intuibile come la disidratazione porti rapidamente a condizioni patologiche. Al contrario, un buon livello di idratazione è fondamentale per il trasporto verso la cellula di nutrienti, vitamine, minerali ecc.

L’acqua è una medicina fondamentale e perfetta ed aiuta il ritorno allo stato di salute: è necessario bere regolarmente durante la giornata senza aspettare i segnali della sete e della bocca secca, ultimi e non primi segnali del bisogno di acqua. Di acqua, e non di altro: l’assunzione di bevande e bibite al posto dell’acqua aumenta infatti la disidratazione anziché correggerla; inoltre le bibite contengono zucchero che é responsabile non solo dell’insorgenza di patologie metaboliche quali il diabete, ma anche di uno stato di infiammazione sistemica cronica, che é alla base della maggior parte delle patologie odierne.

Bere acqua pura con elevate caratteristiche qualitative è estremamente importante per la salute e, anche se é ” impegnativo”, ne vale la pena.

Tornando all’ipossia, va ricordato che la carenza di ossigeno non solo porta, nel soggetto sano,  all’insorgenza di varie patologie, ma si dimostra anche una condizione che compromette gravemente la risposta dei trattamenti in ambito oncologico e, quindi, nei soggetti che si trovano in un grave stato di salute.

La radioterapia è tra i più noti trattamenti contro il cancro insieme alla chirurgia e alla chemioterapia: essa utilizza radiazioni ionizzanti (solitamente raggi X) che vengono dirette verso la massa tumorale, danneggiando il DNA delle cellule cancerose ed impedendogli così di replicarsi. Le radiazioni ionizzanti possono attaccare il DNA direttamente, oppure servirsi di altre molecole con un meccanismo indiretto attraverso la formazione di radicali liberi. L’ossigeno è un potenziatore della radioterapia proprio perché ha un ruolo attivo nella loro produzione. Per questo motivo, l’ipossia tumorale è considerata un importante fattore di radio resistenza in molti tumori,  associata ad un alto incremento di ricaduta locale e metastasi a distanza e identificata come un” fattore prognostico indipendente” per la sopravvivenza. Dati sperimentali in vitro e in vivo hanno dimostrato che i tumori ipossici richiedono dosi di 2-3 volte superiori rispetto alle cellule normossiche: un livello di dose impossibile da raggiungere clinicamente.

Esporre le cellule tumorali all’ossigeno migliora i trattamenti contro il cancro. A dimostrarlo, tra le altre, anche una ricerca condotta dalla University’s Grey Institute for radiation oncologist and biology di Oxford.

La determinazione dell’ipossia nei tumori è pertanto della massima rilevanza clinica, in quanto l’aggressività del tumore, la deriva metastatica, il mancato controllo della neoplasia, l’aumento del rischio di recidiva e, in definitiva, l’esito sfavorevole sono associati proprio all’ipossia.

Il numero degli studi  scientifici riferiti all’ipossia e, nello specifico, alla relazione tra tumori e mancanza d’ossigeno condotti dagli istituti e dalle università di tutto il mondo è in costante aumento:  non è dunque un caso se anche un grande consorzio di scienziati europei uniti nel progetto Metoxia abbia concentrando la propria attenzione proprio sull’ipossia con l’obiettivo di  riuscire a comprendere come avviene la diffusione di tumori e l’insorgenza delle metastasi.

Approfondisci < L’ipossia e la respirazione cellulare

 

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Acqua: ancora tutta da scoprire

Dott.ssa Michela Marinato
Articolo pubblicato su: L’Accademia del Fitness, gennaio 2018, N.28

L’acqua, la sostanza apparentemente più semplice e comune presente sul nostro pianeta, è in realtà uno dei misteri più grandi e complessi che esistano.
Cos’è realmente l’acqua? La conosciamo, la beviamo, esce dai nostri rubinetti, è uno dei beni più preziosi e, lo sappiamo, non c’è vita senza acqua, almeno sul nostro pianeta, perché è una delle componenti più significative dei nostri sistemi biologici.
La sua struttura è molto nota: H2O. Congela a 0 °C e raggiunge l’ebollizione a 100 °C. È più densa a 4 °C che a 0 °C (ecco perché il ghiaccio galleggia!)
Note e quasi scontate, tali caratteristiche sono in realtà anomalie. Se paragonata ad altre molecole simili e contenenti due atomi di idrogeno (come H2S, H2Se, H2Te), risulta infatti che, in base al suo peso molecolare, essa dovrebbe bollire a -100 °C. L’acqua ha invece un calore di fusione e vaporizzazione estremamente elevati ed è in assoluto il liquido che richiede la maggior quantità di calore per innalzare di 1 °C la sua temperatura (calore specifico).
Sta alla base di una quantità ineguagliabile di reazioni chimiche. Nonostante la sua spiccata tendenza a formare reti di legami idrogeno che solitamente creano attrito tra le molecole frenandone i movimenti, presenta una viscosità molto bassa. La sua tensione superficiale è elevatissima, tra le più alte dei liquidi conosciuti.

Alla base e responsabile di questi fenomeni è la sua caratteristica struttura a cluster.

Cosa sono i cluster?

L’acqua si comporta come una molecola dipolare con la presenza di cariche elettriche positive sugli atomi di H e negative sugli atomi di O. Ciò è alla base delle interazioni elettrostatiche tra gli atomi di H di una molecola di acqua e gli atomi di O di un’altra molecola, dando luogo alla formazione dei ben noti “legami idrogeno”.
Queste reticolazioni dei legami idrogeno determinano la formazione dei cluster. Potremmo quindi dire che la formula dell’acqua non è in realtà H2O bensì H2nOn.
La sua struttura di base è un tetraedro (quattro molecole di acqua formano la struttura H8 O4). Questi tetraedri compongono cluster formati da centinaia di molecole d’acqua (Icosaedri).
L’acqua liquida contiene sia molecole individuali, sia cluster piccoli e grandi. La formazione e la rottura continua dei legami idrogeno sta alla base di aggregati fluttuanti detti anche “dominii”con una struttura simile a quella del reticolo cristallino del ghiaccio. A seconda di come sono allineate le molecole dipolari nella parte esterna dei cluster, essi possono avere carica + o -, determinando in tal modo l’acidità o l’alcalinità dell’ambiente.
Il fatto che un cluster possa penetrare all’interno della membrana cellulare o rimanere nello spazio intercellulare dipende dalla sua grandezza: i cluster piccoli, formati da 6-8 molecole di acqua, possono penetrare nelle cellule.
Il corpo umano è costituito per circa il 70% del suo peso da acqua ma se anziché di peso, e quindi di massa, parlassimo di molecole, allora vedremmo che il 99% delle molecole che costituiscono il corpo umano sono molecole di acqua. Sembra incredibile ma è così!
Il grandissimo e compianto professor Emilio Del Giudice, certamente una delle menti più illuminate del nostro secolo, affermando questa realtà, ha posto la seguente domanda: “come mai, fino ad ora, i biologi, i biochimici e i medici si sono occupati di studiare quel 1% delle molecole e non si sono concentrati sull’altro 99%?! Una medusa è composta per il 99,9% di acqua; eppure se qualcono tocca una medusa non dice di avere toccato l’acqua fresca! Da un punto di vista chimico la medusa è quasi totalmente acqua, ma da un punto di vista funzionale non è acqua perché “fa male”! Allora deve essere acqua diversamente organizzata”.
Torniamo ai cluster: queste strutture, dicevamo, sono in continuo cambiamento, formandosi e distruggendosi. Tali formazioni possono immagazzinare al loro interno altre molecole che vengono lentamente rilasciate. I cluster rimangono stabili per msec (tempi relativamente lunghi considerando i range in cui si svolgono i processi biochimici).
L’ossigeno è l’altra pietra angolare della vita oltre all’acqua. Essendo l’accettore principale di elettroni nella fosforilazione ossidativa per la produzione di ATP, esso è un nutrimento per la cellula, ma anche un veleno molto potente qualora l’organismo non risultasse in grado di bilanciare i suoi effetti attraverso un complesso sistema di regolazione (REDOX): in una situazione in cui vi sia un eccesso o un deficit di ossigeno avvengono importanti cambiamenti nel funzionamento delle cellule.
La cellula dell’organismo vivente è composta da: nucleo, citoplasma, acqua intracellulare e vari tipi di organuli tra cui i mitocondri. Questi costituiscono la centrale energetica della cellula: a partire dal glucosio e dall’ossigeno producono ATP+CO2+H2O. Se si hanno buoni mitocondri e disponibilità di ossigeno si ha una buona produzione di energia e la cellula è sana, altrimenti iniziano i guai:
si innesca la glicolisi anaerobica: => acido lattico => acidosi, diminuisce la differenza di potenziale di membrana -70mv ( salute ) => -50 mv (infiammazione) -20 mv( degenerazione, cancro) 0 mv (morte cellulare)
Ecco spiegata l’importanza di garantire al mitocondrio un costante apporto di Ossigeno.

I trattamenti con ossigeno disciolto in acqua per aumentare l’ossigenazione dei tessuti furono sviluppati già intorno al 1920 da un professore tedesco, Otto Warburg, noto per i suoi studi sulla correlazione tra ipossia acidosi e cancro (Nobel per la medicina 1930). L’intuizione era corretta ma le tecnologie usate, anche successivamente, consentivano solo la produzione di un’acqua caricata con ossigeno gassoso instabile in cui l’ossigeno veniva rapidamente perso rendendo impossibile rilevare alcun effetto terapeutico.

Grazie ad una moderna e sofisticata tecnologia si è ora in grado di produrre un tipo particolare di acqua attraverso un processo elettromagnetico: l’acqua subisce un cambiamento strutturale per il quale alcuni atomi di ossigeno vengono liberati dai loro legami e vengono “stoccati” all’interno di cluster sufficientemente piccoli da potere passare attraverso la membrana cellulare, ma sufficientemente grandi da poter trattenere al loro interno atomi di ossigeno.
Si tratta quindi di un’acqua “funzionale” che contiene 18-25 mg/litro di ossigeno stabile e bío disponibile, almeno cinque volte la quantità contenuta nella normale acqua di rubinetto.
È diversa dalle altre acque soprattutto per due motivi: per la particolarità del processo di produzione unico al mondo e per la quantità di studi che sono stati fatti su di essa in vivo ed in vitro, su animali, su volontari sani e ammalati che ne confermano le proprietà. Attraverso l’assunzione di questo tipo di acqua ricca di ossigeno bio disponibile, (bevendola o immergendosi per 50 minuti a 38°) si può aumentare facilmente e rapidamente l’ossigenazione dei tessuti attraverso la pelle e le mucose senza usare la via ematica e, quindi, anche in caso di anemia o malattie polmonari. Ciò rappresenta un concreto esempio di terapia naturale antiaging, un mezzo di prevenzione e cura delle malattie cardiovascolari e degenerative, una grande supporto nello sportivo, nell’anziano, in caso di stress e di convalescenza e in ogni situazione in cui siano presenti ipossia, infiammazione, acidosi.

Approfondisci < Acqua ad elevato contenuto di ossigeno stabile biodisponibile

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Acqua ricca in ossigeno: proprietà e impieghi

Dott.ssa Michela Marinato

Articolo pubblicato su: L’ Accademia del Fitness, ottobre 2017, N.27

Sono sempre più numerosi gli studi che confermano l’importanza di una corretta ossigenazione dei tessuti. Il corpo umano é costituito per il 62% di ossigeno. A differenza del mondo vegetale, il mondo animale ha bisogno di bruciare ossigeno in ogni cellula per produrre l’energia necessaria a svolgere la sua funzione. Ovvio quindi che mantenere buono il livello di ossigenazione dei tessuti sia un obiettivo importantissimo sia per mantenere lo stato di salute sia per permettere la guarigione.

La pressione parziale di ossigeno nei tessuti deve essere maggiore di 70 mm di Hg: sotto i 60 mm di Hg abbiamo la cosiddetta ipossia cronica. In questo caso la cellula produce HIF un fattore di trascrizione che stimola il rilascio del  VEGF (fattore di crescita dell’endotelio vascolare ). È stato dimostrato che uno dei primi passi nella formazione di neoplasie è la sua sovrapproduzione da parte delle cellule tumorali. VEGF é anche coinvolto nell’artrite reumatoide, nella retinopatia diabetica, nell’enfisema polmonare, etc.
Anche NFKB é prodotto in seguito alla carenza di ossigeno a livello tissutale. Questo polipeptide svolge un ruolo chiave nei processi infiammatori, nelle patologie autoimmuni, nelle infezioni virali e batteriche e in molte altre patologie.

Quali possono essere i motivi per cui la quantità di ossigeno che arriva alla cellula risulta insufficiente?
Le cause di ipossia devono essere divise in due gruppi:

1) da carente apporto

2) da aumentata richiesta.

Il carente apporto di ossigeno può a sua volta dipendere da:

A) qualità dell’aria (inquinamento, ambienti confinati, scarsa PPO)
B) difetto di scambio gassoso a livello polmonare(BPPCO), asma, enfisema, anemia, stili di vita scorretti- quali sedentarietà, indumenti stretti, alti livelli di ansia e stress che portano ad una respirazione superficiale- apnee notturne ecc.
C) difetti della circolazione sanguigna (arteriopatie obliteranti, microangiopatia diabetica, atero sclerosi, infarto).

La aumentata richiesta è invece tipica della persona sana impegnata in pesanti attività lavorative, in particolare degli sportivi. Quando l’impegno fisico è elevato, l’organismo risponde cercando di fare affluire maggiore quantità di sangue ossigenato nel distretto interessato aumentando la frequenza respiratoria, la frequenza cardiaca,  la pressione arteriosa ; se c’è abbastanza  ossigeno a disposizione il mitocondrio, attraverso la fosforilazione ossidativa,  produce 36 molecole di  ATP ogni molecola di glucosio. Quando l’ossigeno non basta più, si innesca il metabolismo anaerobico di tipo fermentativo, le molecole di ATP prodotte sono solo 2 e si forma acido lattico con conseguente acidosi metabolica e dolore muscolare.

Questa lunga premessa era necessaria allo scopo di introdurre il vero argomento di questo articolo e cioè svelare l’esistenza di un modo “alternativo” di portare ossigeno alle cellule, bypassando l’apparato cardio polmonare.

Da alcuni anni in Ungheria e da poco tempo a Singapore, presso ospedali ed istituti governativi, sono in corso studi clinici riguardanti gli effetti sulla salute di una particolare acqua, contenente elevate quantità di ossigeno (18-25mg/L)stabile e biodisponibile che deve essere assunta per via orale o attraverso bagni di 50 minuti.

Queste sono le sue peculiarità :

1)l’ossigeno in essa contenuto è stabile (una volta aperta la bottiglia l’ossigeno decresce in cinque giorni solo del 6,5%)

2)l’ossigeno non viene introdotto dall’esterno, ma come ossigeno libero viene creato dall’acqua stessa attraverso una procedura elettro magnetica brevettata.
In pratica, l’acqua viene fatta passare attraverso campi elettromagnetici di frequenza specifica che provocano un cambiamento della struttura molecolare:

– I grossi clusters di acqua vengono rotti e si formano altri clusters più piccoli e più stabili formati da 6-9 molecole di acqua
– L’ossigeno che viene liberato per effetto dei campi elettrici, entra all’interno dei piccoli clusters e rimane disponibile come ossigeno non legato.
– Altro ossigeno e parte dell’idrogeno formano radicali OH che rendono l’acqua alcalina.

3) bevendo l’acqua, (500 ml x 1-3 volte nella giornata) o durante la balneoterapia a 38° per 50’, l’ossigeno viene assorbito rispettivamente dalla mucosa intestinale o per via trans-dermica e diffonde direttamente nella matrice extracellulare e da qui nelle cellule, bypassando la via ematica(1)

Tutto ciò, secondo gli studi svolti, ha un’ azione favorevole sulla salute attraverso la modificazione sia di  parametri psico fisiologici legati all’aumento della saturazione di ossigeno nei tessuti (2)  sia di parametri immunologici come l’aumento di NK e l’attivazione aspecifica dei linfociti T(3).
Quest’acqua ricca in ossigeno ha inoltre una  importante azione antiossidante e alcalinizzante(4) ed é a ciò che si devono gli  effetti positivi sulla velocità delle funzioni cognitive(5).
Risulta inoltre sorprendente che un’acqua così ricca in ossigeno non provochi nell’organismo stress ossidativo(6) ma anzi, abbia la proprietà di stimolare la produzione di ingenti quantità di fattori antiossidanti(7).

Tra il 2012 e 2015 è stato condotto uno studio randomizzato su pazienti sotto trattamento oncologico: il lavoro mirava a valutare gli effetti positivi dell’acqua ricca di ossigeno sul miglioramento della risposta terapeutica e sul controllo degli effetti collaterali  della radio e della chemioterapia. Irisultati sono promettenti(8).

Tra gli sportivi l’utilizzo di acqua ricca d’ossigeno è ormai molto diffuso, soprattutto a livello agonistico e negli “high intensity endurance sports“: essa facilita infatti il processo di recupero diminuendo la produzione di acido lattico epermette la riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa  aumentando la resa energetica.

Infine non è da trascurare l’importante azione antiaging: il primo passo per combattere lo stress ossidativo, alla base di tutti i processi di invecchiamento, è quello di ossigenare e alcalinizzare l’organismo. Questo si ottiene attraverso l’esercizio fisico, la respirazione corretta, l’alimentazione personalizzata che tenga conto della Bíotipologia del soggetto, la giusta integrazione di vitamine e antiossidanti e infine, ma non per ultimo, l’assunzione di 0,5/ 1,5 l al giorno di acqua ricca in ossigeno.

(1) (Sandor Kulin MD Istituto di Sanità bionergetica  e informativa, Budapest)
(2)(Semmelweis University Budapest: changes of registeredpsyco-physiological parameters by drinking water with high oxygen concentration. Marzo 2007)
(3)  (The effect of water with high oxygen concentration on the immune parameters on healthy volunteers, National Institute of Chemical Safety, September 2009)
(4)  (Study on the effect of water with oxygen concentration on antioxidant capacity National Institute of Chemical Safety, department of molecular and cell Biology Budapest, 01-EXP-10 2011)
(5) (Report about effects of water with high oxygen concentration on the speed of cognitive functions. Semmelweis University, Faculty of Physical Education and Sports Sciences. 2012)
(6)(Report on the examination of role of water with high oxygen concentration in reactive oxygen species generation in in vitro system,Hungarian  Academy of Science
(7)(Study on the effect of  water whith high oxygen concentration , National Institute of Chemical Safety, Budapest 2011)
(8) (TUKEB 535/2012, National institute of Oncology, Budapest)

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