Saturazione di ossigeno nel sangue e pressione parziale di ossigeno tissutale sono due parametri tra loro assai diversi.
Il primo, misurabile attraverso il semplice pulsossimetro (o saturimetro) da dito, si riferisce alla percentuale di emoglobina satura di ossigeno, cioè, semplificando, alla quantità di ossigeno legato e presente nel sangue. Il secondo, misurabile attraverso specifica strumentazione, si riferisce invece alla quantità di ossigeno effettivamente a disposizione di organi e tessuti.
Come vedremo, non è per nulla scontato che un corretto livello di saturazione di ossigeno nel sangue equivalga ad sufficiente disponibilità di ossigeno nei tessuti. Infatti, una giusta saturazione di ossigeno nel sangue segnala che il polmone sta funzionando bene e che sta correttamente gestendo lo scambio gassoso, senza necessariamente significare che vi sia allo stesso tempo anche una corretta capacità da parte della cellula di utilizzare tale ossigeno. Potremmo dire che un conto è avere il sangue carico di ossigeno (condizione certo favorevole se non indispensabile allo stato di salute), un altro è invece la capacità dei tessuti di assorbire tale ossigeno e, quindi, di utilizzarlo.
Facciamo un esempio:
Un bambino appena nato ha una pressione parziale di ossigeno (PO2) di circa 96 mmHg e una saturazione di ossigeno nel sangue del 97%. Tutto funziona come dovrebbe e la condizione è pertanto ottimale.
Nell’anziano non affetto da specifiche patologie polmonari o respiratorie, la saturazione di ossigeno rilevata con il pulsossimetro rimane elevata, mentre la pressione parziale di ossigeno (PO2) si abbassa notevolmente fino a raggiungere livelli critici vicini ai 60 mmHg.
Ciò significa che la persona anziana ha sì una corretta saturazione di ossigeno nel sangue, ma anche che, per motivi fisiologici dovuti all’età e all’invecchiamento, una bassissima disponibilità effettiva di ossigeno nei tessuti.
Misurare la saturazione di ossigeno nel sangue e la pressione parziale di ossigeno tissutale
Per i motivi sopra descritti, è spesso importante conoscere oltre alla saturazione di ossigeno nel sangue anche la pressione parziale di ossigeno tissutale. La misurazione della saturazione può essere effettuata a casa con il semplice pulsossimetro, oppure, in particolari casi in cui si rende necessario l’intervento di un medico, attraverso la determinazione su di un campione di sangue arterioso.
Per la misurazione della pressione parziale di ossigeno tissutale è invece necessario ricorrere ad apparecchiature più sofisticate.
(In foto a sinistra il pulsossimetro da dito, a destra apparecchiatura Medicap Precise 8001).
In conclusione
Saturazione di ossigeno nel sangue e pressione parziale di ossigeno nei tessuti sono due cose differenti. Benché da intendersi come segnale positivo, una corretta saturazione di ossigeno misurata attraverso il pulsossimetro non significa che i tessuti corporei abbiano effettivamente una corretta saturazione di ossigeno. Altrettanto importante sarebbe pertanto misurare la quantità di ossigeno effettivamente a disposizione di organi e tessuti, cioè l’ossigeno che dal sangue correttamente ossigenato è “passato” alla cellula.
Il ruolo di Kaqun
Oltre 20 anni di test clinici e studi scientifici hanno dimostrato la capacità di Acqua Kaqun di aumentare il livello di ossigeno nei tessuti. Dopo pochi minuti dall’assunzione di un bicchiere di Acqua Kaqun (150ml), il livello di ossigeno misurato all’interno dei tessuti cresce di circa il 25% rimanendo stabile per circa due ore.